Amore e morte: un binomio caro non solo alla letteratura e alla musica di epoca romantica, ma noto già in epoca barocca e, ancor prima, alla storia romana. Questi due elementi, la cui memoria si perde nella notte dei tempi, sono al centro del programma presentato dal quartetto I Solisti Ambrosiani per il concerto di apertura della Rassegna Domenica Classica.
Il programma, che alterna brani strumentali e vocali, è incentrato su autori tardo barocchi, tutti attivi fino alla prima metà del Settecento.Il repertorio vocale presenta alcune pietre miliari per la forma della cantata: Caldara, Handel (che trascorse due anni a Roma in gioventù e si perfezionò in questo genere) e Porpora (attivo come compositore e maestro di canto).
Programma
Antonio Caldara (1670-1736)
Cantata Innocente cor mio, per soprano, violino e continuo
Innocente cor mio (Recitativo)
Non fidarti e non scherzare (Aria)
La vaga luce (Recitativo) – Temi d’amore (Aria)
Georg Friedrich Händel (1685-1759)
Sonata in Fa maggiore per violino e continuo Op.1 n. 12
Nicola Porpora (1686-1768)
Già la notte s’avvvicina (Aria), per soprano e continuo
Francesco Maria Veracini (1690-1768)
Sonata in Sol minore per violino e continuo
Georg Friedrich Händel (1685-1759)
Cantata Agrippina condotta a morire, per soprano, violino e continuo
Come, oh Dio, bramo la morte (Aria)
Sì, sì, viva Nerone (Recitativo)
Se infelice al mondo vissi (Aria)
Ecco, a morte già corro (Recitativo finale)
Giuseppe Tartini (1692-1770)
Adagio in Sol per violino e continuo