I brani in programma si basano sul repertorio dei violinisti zingari “di città” – che ispirarono, a fine Ottocento, anche Franz Liszt e provenienti dalla musica folk tradizionale di villaggi remoti, spesso isolati per secoli.
Gioia, dolore, ribellione, desiderio di libertà sono le sensazioni che si sprigionano attraverso melodie meravigliose e ritmi di danze frenetiche.